Lauria è artista completo e versatile. Diplomatosi all'Accademia di Brera negli anni in cui vi insegnavano maestri come De Grada, De Rocchi, Mariani, Cavaliere, Borra, è di conseguenza dotato di grande tecnica, dalla quale è supportato anche quando si abbandona alle sperimentazioni più ardite.
Nel corso della carriera ha infatti dipinto sui supporti più disparati, dai busti classici agli oggetti d'arredo. Nel corso della mostra saranno esposte opere pittoriche su tela e in particolare figure femminili, nature morte e fantasie floreali.
In queste ultime in particolare, Lauria parte da un solidissimo bagaglio mimetico, per poi tornare alla purezza del colore simulandone la colatura o la diffusione materica, in una personalissima e riuscita analisi della percezione della natura da parte dell'uomo.
Imperdibili poi sono le rappresentazioni femminili dell'artista: dalle proporzioni modernissime e dalla sessualità fortemente caratterizzata, si abbandonano a un erotismo che arriva quasi a sfociare nella violenza, impressionando anche (l'ormai) imperturbabile fruitore contemporaneo.
Glauco Manzoni (2015)
FAZIO LAURIA, ARMONIE DI LUCE E DI COLORE
L’impalpabile soavità materica che caratterizza le opere di Fazio Lauria svela accenti di raffinata sensualità. Le sue seducenti immagini e i riusciti offrono l’opportunità di sondare la leggerezza di un volto e la freschezza infinita di un fiore, all’interno di un coeso discorso, sottilmente evocativo, in grado di emozionare. Nelle sue immagini, dalla forte impronta evocativa, traspare la dolcezza di volti senza tempo ammantati da una freschezza infinita. Una coloristica che spesso si accende di bagliori aurorali, stesi con ineccepibile precisione e notevole senso dell’insieme. E se all’apparenza questa sua pittura parrebbe rientrare a pieno in un gusto schiettamente iperrealista, a un’analisi più approfondita si nota invece un passaggio ulteriore verso una pittura assolutamente svincolata da qualsiasi tendenza artistica. Essa infatti si contraddistingue per originalità e varietà, metabolizzando in maniera davvero coinvolgente suggestioni provenienti da vari ambiti, ora dal realismo di caratura ottocentesca, ora da singolari accostamenti onirici di sapore informale. Ma sono cenni e non citazioni, apparati metamorfici che in Lauria si fondono per diventare linguaggio percettivo, essenza non dilatata ma strutturazione
metarappresentativa. La stessa che troviamo nella danza di accenti coloristici dei suoi fiori e nelle iridescenti nature morte, dove l’aggettivo “morte” rimanda a una dimensione immaginativa che tanto ricorda lo stillfile inglese ma che, in definitiva, è solamente di questo pittore. Tutto ciò senza smentire o tradire mai se stesso. Mai, in alcun caso. La “fedeltà” al proprio credo pittorico è, per Lauria, un aspetto irrinunciabile. I suoi colori, i soggetti maggiormente amati, sono il fulcro della sua indagine creativa e assieme motivo di ricerca e sperimentazione continua.
La vellutata morbidezza della pelle diventa, per Lauria, motivo di immediato con quella di certi fiori, come le rose, che avvolgono e fasciano delicatamente le sue modelle, nel cui viso si coglie frequentemente un’espressione seducente, altre volte malinconica, più spesso teneramente sognante. Una pittura, quella di Fazio, che è uno specchio fedele della realtà interiore, con sfaccettature e declinazioni profondissime, sottolineate da un segno, mai corsivo, che s’imprime sulla tela secondo un apparato strutturale solidissimo e ben coeso. Lo stesso che ritroviamo nelle particolarissime nature morte dell’artista. Accanto a quelle immerse in un silenzio gravido d’attesa, dove le trasparenze giocano un ruolo fondamentale, vi sono i pezzi in cui ricchi panneggi e preziosi ornamenti si dispongono su un piano, visivo e visuale, in grado di attrarre l’osservatore il quale, però, nota immediatamente la presenza di maschere di porcellana vivissime, quasi “presenze” oniriche che rimandano a una surrealtà accostata con garbo e con pienezza rappresentativa. Altro tema rilevante, anche nella produzione più datata, è quella dei fiori: specialmente in mazzi, delineati con la precisione di un botanico sino a qualche tempo fa, ora diventati, in parecchie tele, estremamente filamentosi e volatili, quasi seguissero l’istinto, profondamente poetico, dell’artista, che ama condurci verso quell’infinito di memoria leopardiana che affiora pienamente scorrendo questo soggetto nell’interpretazione di Lauria. Parimenti, molto apprezzato sia dalla critica che dal pubblico, è il tema dei cavalli. Si tratta per lo più di destrieri colti nel momento della corsa mediante ardite, ma sempre riuscitissime, scansioni di piani prospettici, e un colore sciolto ed estremamente vivo che crea un dinamismo centripeto.
Simone Fappanni (2007)
Dietro l’apparente tranquillità e riservatezza di questo artista si nasconde un temperamento fuori del comune, una voglia di comunicare tutta la propria interiorità fatta di speranze e delusioni, di gioia di vivere ma anche di timori verso gli ostacoli esistenziali. In ogni dipinto si nota un accurato
impegno creativo, oltre che tecnico, unito ad un risultato cui l’artista è giunto alla scoperta dei più profondi impulsi emozionali.
I quadri di Lauria non sono semplici espressioni estetiche ma “veicoli“ di approfondimento, sfoghi sensibili che nella vita oltre che avere un significato simbolico, attraggono lo sguardo, su altre immagini, sulle sfumature coloristiche, sul ritmo dei loro contorni, sulle diafane sensazioni visive.
Fazio Lauria ha una lunga esperienza alle spalle per lui la pittura rappresenta lo specchio dell’anima, il riflesso magico da cui affiorano segreti e sentimenti, contraddizioni ed emozioni, da una pittura realistica l’artista, si avvicina ad un espressionismo astratto, unendo sentimenti antichi e moderni, li assimila con finezza e intelligenza e poi li fa sgorgare
in forme e colori nati da un prodigio di una manualità che lascia sorpresi e incantati.
Sulla superfice delle sue tele prendono forma immagini di uomini e cavalli, che hanno attraversato una storia e si riproducono nella loro primitiva purezza.
L’artista estrapola dalla sua pittura le difficoltà tecniche, tramite esse cerca il modo di “purificarsi e di diventare più agile”. Ecco così nascono i paesaggi realizzati da una mano sapiente dove il disegno è fortemente evidenziato da un realismo esistenziale. Da molti anni Lauria affronta, con piena consapevolezza e raffinata sensibilità psicologica le valenze ambigue della maschera, dedicandosi con entusiasmo all’interpretazione e alla ricerca dei “tipi“ classici, alla creazione di nuove espressioni e all’individuazione di nuovi volti, più aderenti alla cultura attuale, dove “teatro è davvero vita e la vita è sempre più teatro“.
La passione di Lauria per i volti ed i corpi femminili costituiscono
uno dei “fili rossi“ produzione più recente che punta alle “magie espressive “. Il suo approccio tecnico e la sua ricerca di risultati inediti, in cui l’artista predilige cavalli selvaggi, e i fiori velati e materici da evanescenza tra concreto e astratto. Un modo impressionistico che mette in risalto fortemente un movimento di vita fedele ai maestri francesi.
Una capacità diretta e immediata del disegno, una forte carica emotiva, la stessa esperienza culturale del “periodo milanese“, hanno costituito un percorso fantastico e capace di evocare sogni e visioni ricchi di un’abbagliante seduzione.
Nella loro struggente delicatezza e poesia queste opere racchiudono frenesia e solitudine e soprattutto l’ansia della ricerca e dell’unità tra forma, spazio e tempo: questi si sciolgono nel segno fortemente marcato, dove la freschezza del racconto è percorsa da autentici slanci emotivi.
Giorgio Balistrocchi (2000)
Come i rappresentanti del surrealismo , primo fra tutti Renè Magritte, Fazio Lauria, dipingendo pone delle domande, lavora sul simbolo perché non è la sola donna che si nasconde dietro la sua mela.
Fazio Lauria lavora da artista determinato con una mano affascinante, ritrattista esimio che trasmuta un volto in bellezza, come farebbe un Gainssborugh e nello stesso tempo un pittore che si affaccia sull’orlo dell’abisso.
Dr. Sabine Bongartz (1988)
Immagini vibranti di colore e perfette nelle forme, nelle tele di Fazio Lauria, a rappresentare i miti della nostra epoca: gioventù, bellezza, sesso, piacere, ognuna di esse però è percorsa da un brivido di dolore e morte, visi come maschere funebri appaiono sotto un velario di carta strappata, o sotto una maschera-volto fredda e stupita di vivere;
immagini cristallizzate, frutta, spighe di grano, cavalli nitrenti al galoppo nella polvere, tutto vive in un atmosfera di finta realtà, di modello perfetto ma irraggiungibile, e da questa bellezza, carica di richiami e di colori, si effonde una sensazione di angoscia, d’impossibilità di vita che costituisce poi il fascino di questa pittura.
Annamaria Polidori (1987)
Nell’inconscio riferimento ai misteri poetici della magna Grecia(donde Lauria proviene) s’innesta il motivo di moderne proteste.
A volte l’artista pone al centro del quadro uno strappo, lacerando a metà il volto rappresentato.
Da un lato la falsa sembianza unidimensionale e accurata, dall’altro l’essere umano, la persona. Così sconvolge la patina di quell’effetto prezioso e lo ferisce con ossessiva pazienza suggerendo i dilemmi intorno alla condizione femminile, o alla natura.
Serena D’Arbela (1987)
Ho potuto constatare la sicurezza della sua mano sia nella rappresentazione del paesaggio, sia nella restituzione della figura umana, preferibilmente femminile.
Non mi meraviglia la sua pittura così fervidamente avvinta alla realtà, in una stagione che ha visto i citazionisti, impegnati a rivisitare aure classiche e moduli ottocenteschi.
Mi è parso, però, di scorgere in alcune sue opere recenti come una sorta di insofferenza verso un troppo esplicito figurativismo, e la tendenza a suggerire, secondo un più moderno canone estetico.
E la materia mi è apparsa più viva e vibrante".
Alberico Sala (1986)
Fazio Lauria un pittore giovane (ha solo 35 Anni), che ha ormai conquistato un suo spazio nel panorama pittorico nazionale. Con una preparazione di base eccellente, maturata al Liceo Artistico ed all’Accademia di Brera, Lauria si è inizialmente collocato nella corrente dell’Iperrealismo americano, passando poi ad una tecnica mista, in cui ha inserito Surrealismo e Simbolismo.
La ricerca esasperata del particolare nell’immagine, caratteristica
dell’Iperrealismo gli ha procurato non poche critiche da parte dei tradizionalisti. Egli comunque ha continuato imperterrito, convinto del suo cammino, ed è riuscito ad imporre le sue opere.
Nella sua ultima mostra appare un Lauria nuovo, proteso verso altre esperienze. Nelle ultime opere compare il paesaggio classico, anche se visto con occhio un po’ particolare, si vedono primi piani di oggetti o nature morte, Iperrealiste, che si sovrappongono ai paesaggi, che si richiamano all’Impressionismo.
È un amalgama fra le esperienze passate con quelle nuove, una riscoperta del classico senza rinnegare l’avanguardia, una nuova tappa nella maturazione dell’artista.
Giuliano Bernuzzi (1986)
Quasi aprire una finestra verso altri orizzonti e abbandonare distrazioni e falsità del quotidiano .
Visi, espressioni, sogni o incubi balzano all’attenzione e captano meditazione e stupore.
Ma aldilà della meraviglia per una tecnica precisa e raffinata , l’opera di Lauria suscita il senso di una spiegazione inattesa.
Un nudo, un corpo, una donna di Lauria, rivisti nella misura delle immagini bombardate dal consumismo e pubblicità, assumono qui una dimensione nettamente diversa : sono corpo, anima, donne, persone.
Ecco, persone e non cose . E qui verte molto impegno di Fazio: limare, scuotere, atterrare la rete del consumismo – insulto alla personali, superare l’oggetto e ritrovare la dimensione umana.
C’è senso di vita nei quadri di Lauria. Il contrario del manifesto. Nulla di statico, nulla di inutile, ma tanto di vero nella dinamica dello spirito.
E di conseguenza, dall’analisi di un sistema che impone cardini fissi e ossessivi, la liberazione dello spirito al canto e al respiro del surrealismo.
Una dimensione pittorica derivante in senso logico dal surrealismo classico, ma risolta con tecnica più immediata e leggibile alla platea più vasta, per un dibattito aperto o per variopinto piatto di sensazioni.
Claudio Rizzi (1985)
Da molti anni, con una coerenza sorprendente, completamento estraneo all’inutile bailamme delle mode e degli ismi , Fazio Lauria, con un’altrettanto sorprendente maestria pittorica ci propone dei soggetti inquietanti e aspri , raggelanti, nell’ambito di un linguaggio surrealista al quale appone una sua chiara marca personale.
Tipiche infatti sono le sue figure femminili dall’espressione misteriosa e i freschi visi di fanciulla emergenti da boccioli di rosa. Come tipico è il suo indagare oltre la realtà alla ricerca di nuove certezze.
Giusi Gradiente (1982)
Fazio Lauria
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